In scena venerdì 12 novembre all’Arci Mirabello di Cantù, lo spettacolo DEATH AND DANCING è la mia prima prova di regia teatrale. Ma soprattutto è un’occasione per riflettere sui pregiudizi che guidano le nostre scelte, su chi siamo e cosa vogliamo veramente.
‘Ballare o morire’, o ‘chi si ferma è perduto’. Così può essere tradotto il titolo di questo spettacolo che mi vede per la prima volta impegnata nel ruolo di regista.
Divertente, malinconico, provocatorio, esplicito, Death and Dancing andrà in scena venerdì 12 novembre, alle 21.00, all’Arci Mirabello di Cantù (biglietto 5,00 € + tessera Arci. Obbligatorio il green pass). Sul palco un’attrice, Dianora Marabese, e un attore, Stefano Sergeant. Produzione Compagnia Teatrale Libera Officina.
La trama
Ambientata a Londra, la pièce racconta la storia di due ragazzi: si chiamano entrambi Max, sono un maschio e una femmina. Max-Lui è un gay americano di buona famiglia, che va a studiare in Inghilterra. Max-Lei è una donna rimasta orfana che rifiuta qualsiasi etichetta di genere.
Dal loro incontro e scontro, dal loro giocare, ballare, scherzare, litigare, toccarsi, nascerà il racconto della loro storia; la storia di una relazione tra un uomo e una donna, tra un gay e una lesbica, tra uno yuppie e una sbandata, che altro non è se non l’affannosa ricerca della risposta alle domande: ma io chi sono? E che cosa voglio veramente?
Vivo o morto o x
Scritto nel 1992 dall’attrice inglese Claire Dowie, Death and Dancing mantiene ancora tutta la sua carica nello sconvolgere etichette, categorie, gruppi di appartenenza. Richiamando in parte lo stile della stand-up-comedy, questo testo è un racconto diretto, fulminante, ironico, scorretto, ma anche – a suo modo – poetico. I due personaggi, Max-Lui e Max-Lei, giocano a provocarsi sull’identità di genere, sulla libertà sessuale, sulle scelte di una vita più o meno convenzionali.
A poche settimane dall’increscioso episodio riguardante l’affossamento delle Legge Zan al Senato, questo spettacolo si propone come un’occasione per riflettere sui pregiudizi che guidano le nostre scelte individuali e collettive, sul diritto di amare e di essere se stessi, sulla possibilità di scegliere un percorso di vita autentico, libero e rispettato da tutti e tutte.
Uno spettacolo tutto per te
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