Cominciare dai bambini e dai libri per costruire un futuro migliore. È l’insegnamento di Jella Lepman, la Signora dei Libri. Un recente albo pubblicato da Edizioni Lapis ne racconta la storia.
Incontro Alessandro Q. Ferrari un lunedì di gennaio in una Milano tiepida e svuotata dal Covid. “Ti prego, dimmi che i libri si regalano ancora, soprattutto ai ragazzi”, mi dice.
La realtà che ci circonda è angosciante, ancor di più per i ragazzi e le ragazze che si trovano a vivere questo tempo chiusi in casa con l’assenza di prospettive. Per questo c’è bisogno dei libri, c’è bisogno delle storie: per dare loro la possibilità di immaginare se stessi e un futuro. Solo così si possono salvare.
La Signora dei Libri
Le parole di Alessandro, scrittore tra i più promettenti della letteratura per ragazzi italiana, mi tornano in mente quando sfoglio un libro recentemente pubblicato da Lapis Edizioni. Si tratta de La signora dei libri, di Kathy Stinson e Marie Lafrance, un albo delicato e nello stesso tempo vivido, reso ancora più incisivo dalle illustrazioni pastello che incorniciano il procedere della storia.
I protagonisti sono due fratellini tedeschi, Anneliese e il piccolo Peter, entrambi affamati e provati dalla guerra appena finita. Si aggirano per le strade della loro città, tra macerie, case distrutte e persone alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Come facevano a non vedere che nulla sarebbe mai stato più come prima?
Proprio sperando di rimediare un pasto caldo, i due bambini entrano in un edificio. Lì trovano solo una grande sala, con libri ovunque, e una signora allegra e gentile, la Signora dei Libri, così la chiamano i due fratellini. Sarà lei a leggere e far conoscere loro quelle storie per bambini che arrivano da tutto il mondo. Attraverso le avventure di Ferdinand, Babar e Pippi Calzelunghe, Anneliese e Peter ritrovano la propria storia e si cibano della speranza di ricostruire un mondo nuovo, in cui anche per loro sarà possibile sognare.
COMINCIAMO DAI BAMBINI
La Signora dei Libri è esistita davvero. Si chiamava Jella Lepman, un’ebrea tedesca nata alla fine del XIX secolo e poi scappata con la famiglia nel 1936 per sfuggire al regime nazista. Solo nel 1945 fece ritorno in patria per partecipare alla ricostruzione con un’idea ben precisa:
Cominciamo dai bambini a rimettere a posto questo mondo tutto sottosopra. Saranno loro a indicare agli adulti la via da percorrere.
UN PONTE DI LIBRI
Jella Lepman organizzò una mostra itinerante di libri per l’infanzia provenienti da tutto il mondo. Diciannove Paesi aderirono subito all’iniziativa, solo il Belgio dapprima rifiutò l’invito, cedendo poi alla tenace signora: i libri sono veri e propri “ponti di comprensione“, spiegò Jella, creano legami tra i lettori di nazionalità diverse e per questo aiutano a prevenire altre guerre.
Nel 1946 la mostra, composta da 4000 volumi, toccò varie città della Germania. Per dare ai bambini e alle bambine la possibilità di conservarne un ricordo, Jella Lepman tradusse The Story of Ferdinand – il libro di Munro Leaf e Robert Lawson messo al bando da Hitler perché aveva come protagonista un toro che amava i fiori e si rifiutava di combattere – e ne fece stampare 30000 copie.
IBBY
Da questa esperienza nacque la prima Biblioteca Internazionale per ragazzi. Poi nel 1951 fu fondata l’organizzazione no profit IBBY (International Board on Books for Young People), che ebbe tra i fondatori anche Astrid Lindgren, l’autrice di Pippi Calzelunghe.
IBBY crede che i libri possano aiutare bambini e adolescenti ad avere una migliore qualità di vita, per questo si impegna a garantire e difendere il loro diritto ad accedere ai libri e alla lettura, in particolare nelle aree disagiate e remote. Attualmente è presente in 75 Paesi nel mondo.
LIB(E)RI DI IMMAGINARE
Jella Lepman morì nel 1981. Ci ha lasciato in eredità non solo i numerosi progetti promossi ogni anno dalla IBBY, ma anche la necessità di riflettere sul potere inesauribile e salvifico delle storie.
Per credere in un futuro migliore, bisogna poterlo immaginare e raccontare. Leggere aiuta a pensare con speranza al mondo che verrà, insegna a mettersi nei panni degli altri, ridefinisce i contorni del nostro vissuto e libera il nostro avvenire.
Auguriamo ai bambini e alle bambine di crescere cullati da un girotondo di storie, affinché il futuro possa essere per loro e per noi una canzone dolce.
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