A un anno dall’intervista pubblicata sul settimanale Starbene, una breve riflessione sull’importanza della lettura ad alta voce.
È trascorso un anno da quando Francesca Trabella, giornalista del settimanale Starbene mi ha contattata per un’intervista sull’importanza della lettura ad alta voce. Un anno in cui è cambiato il mondo, abbiamo dovuto rivedere le nostre abitudini e abbiamo riscoperto il libro come prezioso compagno del nostro tempo libero.
Attraverso la narrazione ad alta voce si crea un immaginario collettivo fondamentale per la crescita.
Molte sono state le iniziative che, soprattutto durante il lockdown della primavera scorsa, hanno riscoperto la magia della lettura ad alta voce, non solo per i piccoli. Mentre eravamo costretti in casa, le parole dei narratori ci hanno confortati e uniti, in un racconto corale che viaggiava sulla rete e ci permetteva di non sentirci soli. Le voci dei lettori, professionisti e non, hanno occupato il nostro tempo, le abbiamo apprezzate, condivise, attese. Hanno creato un immaginario collettivo che superava i nostri limiti spazio-temporali per farci andare oltre: oltre le nostre mura, le nostre paure, il nostro vissuto quotidiano, la nostra solitudine.
Questa è la magia di cui parlavo nell’intervista di un anno fa.
Leggere per crescere. Insieme.
Nello stesso articolo di Starbene il pediatra pugliese Rocco Saldutti riportava il dato negativo dell’assenza di libri per bambini in molte case italiane. Il monito è allora di non dimenticare, tra le verità che si sono imposte nell’anno appena concluso, l’importanza del leggere per e con gli altri. Per crescere insieme.
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