Quanto è importante la narrazione di sé? Imparare ad essere gli autori della nostra storia è il miglior augurio che possiamo riservare a noi stessi.
La nostra vita tende a essere plasmata dalle storie che immaginiamo su noi stessi e che custodiamo gelosamente. Le avventure che viviamo nella realtà e i problemi che affrontiamo sono spesso in linea con le storie che ci raccontiamo sul nostro epico destino. Ma arriviamo al nocciolo della questione: possiamo cambiare le storie che ci raccontiamo. Possiamo scartare quelle che ci fanno soffrire e inventarne di più significative e piacevoli. Penso che il 2021 sarà un anno perfetto per impegnarti in questo lavoro. Il tuo compito sarà diventare un narratore capace di tirarsi su.
Confesso che a volte leggo l’oroscopo di Rob Brezsny su Internazionale. Per lo più per curiosità, perché a volte mi suggerisce riflessioni interessanti. Oggi l’ho letto per noia, essendo chiusa in casa senza possibilità di uscire.
Questa volta ne è nata una riflessione su qual è il valore della narrazione di sé e su quanto tale narrazione incide sul nostro agire.
Custodi di storie
Da narratrice e custode delle storie sono fermamente convinta che l’uomo è un animale che racconta. Come dice Jonathan Gottschall nel suo bellissimo saggio L’istinto di narrare edito da Bollati Boringhieri:
l’attitudine narrativa della mente è un essenziale adattamento evoluzionistico, che ci consente di esperire la nostra vita come qualcosa di coerente, ordinato e dotato di senso, e non come un caos travolgente.
Tutti noi raccontiamo almeno una storia nel corso della nostra vita: la nostra.
Intessiamo i fili degli eventi, costruiamo la trama, ci ritagliamo il nostro spazio da protagonisti e disegniamo i contorni degli altri personaggi. Continuando a seguire Gottschall:
Ma la mente narrante è imperfetta. (…) è allergica all’incertezza, alla casualità e alle coincidenze. È assuefatta ai significati e, se non riesce a trovare degli schemi significativi nel mondo esterno, cercherà di imporveli. In parole povere, è una fabbrica anche, quando può, produce storie vere, ma quando non può sforna menzogne.
Tutti noi abbiamo fatto esperienza della gabbia che la nostra narrazione può costruire intorno a noi: i giudizi, le paure, le aspettative; a volte imbastire la trama di ciò che è già stato ci induce a pensare che il futuro non potrà essere diverso dal passato.
A partire da sé
Solo un atto creativo può salvarci. D’altra parte siamo o non siamo gli autori della nostra storia? Coloro che mettono accenti e punti, chiudono capitoli per cominciare una nuova pagina in cui (perché no?) qualcosa cambia, ci aspetta un’evoluzione, magari un colpo di scena, come in qualsiasi storia che si rispetti.
Appassioniamoci al nostro romanzo e impariamo a scriverlo con gioia.
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